#38


At 09.35 28/10/04 +0100, you wrote:
E' bravissima nell'autocolpevolizzarsi da sola
quando la gente si delude di lei.

#37


Il cellulare gli squittiva da una tasca del cappotto
mentre seduto in un vagone del tram osservava
la faccia triste di una vecchietta, riflessa nel suo finestrino.
Quando si decise a rispondere venne fuori
che aveva sbagliato tram e che lui non era più lui,
ma un altro.
Era cambiato, non si sa come.
Di Kramer aveva soltanto l’aspetto esteriore,
il corpo e l’abbigliamento, ma tutto il resto era di un altro.
Di chi?

#36


Madonna che faccia!
… avantindietro per giorni sempre tutti uguali,
per mesi pieni d’altri pendolari stanchi,
anni che corrono veloci
come questo cazzo di paesaggio,
pure lui sempre uguale!
È solo il mio riflesso che cambia!
Ogni tot una nuova cicatrice l’attraversa
… una nuova esperienza mi segna una ruga.

#35


Il messaggio diceva:
"Scrollati di dosso i fantasmi e goditi la serata".
A.

#34


Nel sogno si trovava al centro di una piazza,
osservava le persone che passavano,
avrebbe dovuto contarle ma
erano troppe e perdeva il conto.
Tra la folla riconosceva i suoi genitori,
provava a chiamarli ma era distratta da un uomo
che adesso le stava al fianco,
che poi non era un uomo ma un bambino,
e per la precisione quel compagno delle elementari
che una volta l’aveva chiamata “gattarospo”.
Nel sogno a questo punto le si spezzavano tutti i denti.

#33


Non so… Cambierò le tende,
mi tingerò i capelli, ritornerò a ballare.

#32
















Nonostante sia probabile che Naomi Campbell
muoia anche se non sta nel primo vagone,
Annamaria Castagna comincia ad avere dubbi
sui possibili effetti della sua protesta estrema
contro il fallace e illusorio mondo della moda.
Troppo tardi anche per scappare.
Il corridoio d'emergenza è troppo stretto per lei.

#31
















Di sicuro ho baciato ventitrè persone differenti.
Diciasette fidanzati. Con l’ultimo 18 in tutto.

#30

















....Mare e cielo confusi.
Lo stomaco incordato e il cervello liquido.
Non era riuscito a mantenere le promesse
che si era fatto. Non ce l'aveva fatta a
soddisfare i suoi bisogni prima che questi
diventassero necessità.
Come un musicista poco dotato:
aveva perso il tempo....

#29

















Non un minuto di più!
Non mi volto nemmeno a guardarli.
Li lascio lì seduti ad aspettare una mia risposta.

#28

















(Quando si ha l'abitudine di ferire le persone
non si smette mai.
E' un'abitudine talmente difficile da perdere...
come con le sigarette.
Io, quando qualcuno mi ferisce,
faccio finta di niente ma poi lo stomaco mi si annoda.
E passo tutta la notte senza dormire.)

#27

















At 18.34 01/12/04 +0200, you wrote:
L'estate è andata via con la neve,
e non avevo il coraggio, di tenerti la mano

#26

















- La pioggia riprese a cadere al giusto ritmo. -
Il mio collega la stava misurando con
un metronomo newtoniano.
- La gravità torna stabile, pare. - Disse.

#25
















I suoi vecchi motori – quasi tossendo –
erano spinti al massimo verso l’ultimo scalo…
tutte quelle storie impastate di salsedine,
di li a poco, sarebbero state, infine, disarmate.

#24















Da giorni ormai le temperature erano insolitamente
alte per la stagione, anche dormire
era diventato un problema...
Si chiese se questo sarebbe bastato a giustificarla.

#23
















Stamattina, cadavere di barboncino sul cofano
della sua auto e messaggio sotto il tergicristallo.
Crede di aver riconosciuto la calligrafia.
Dopo pochi lanci comincia a sentire un risentimento
al gomito, ma anche qualcosa allo stomaco,
una leggera nausea, che durerà per tutti
i nove lunghissimi, inesorabili, inning.

#22

















…Senti se ti piace, si chiama “Saliva”:
"Tua madre e la sua sconfitta che non vuoi imitare,
un culo da elefante, prudente e stagnante,
chissà quant'è che non farà l'amore con tuo padre,
un fallimento da tenere stretto al cuore.
E tu, solo vent'anni, vent'anni da regalare,
rimani dai, ho preso anche del vino per noi due..."
- Ma che parla di me? …ma vaffanculo! -.

#21















Cervello: -Altro?-
Stomaco: -Sazio, grazie!-
Papille: -VO-GLIA-MO CA-FFÈ, CAL-DO CO-ME
IL FU-OCO! CON TRE BUS-TI-NE,
SE NO È TRO-PPO PO-CO!-
Pupille: -orologio muro poster viso occhi sorriso bocca
bocca bocca capelli viso birra mano sigaretta tette
scollatura tette-
Mano destra: -OH!!!… 'CAMADONNA!-
Mano sinistra: - Idiota! Tanto poi la colpa è sempre mia!-
Pupille: -pantaloni tazzina zucchero caffè bustina
cameriere cameriere cameriere-
Cervello: -Oh-oh!… Tovagliolo subito, anzi due.
Tu posa la bustina sul tavolo-
Mano sinistra: -Io che? Come hai detto?
C'è un disturbo! Pronto?-
Pisello: LE TETTE PUPILLE DI MERDA!!!
HO DETTO LE TETTE!!!-

#20
















Toglieva con rabbia dalla buca delle lettere
la pubblicità dei grandi magazzini.
E questo, ogni mattina. Come un rituale.
Si sbrigava a buttare tutto nel cassonetto della carta,
in modo da lasciare da subito la buca vuota.
E questo ogni mattina. Era l'unica apertura
con il mondo esterno che gli era rimasta:
aspettare che qualcuno si facesse vivo.
Magari per posta.

#19

















Non crederete mica che mi diverta!?
Bianca nera alta larga
in attesa di andare dove non arriverò mai!
Il mio difetto è la mancanza di profondità!

#18

















- Dammi un altra possibilità.
- Sono stata già troppo comprensiva con te
e tu guarda cosa mi combini.
Non dipende solo da me, lo sai.
Io posso passare sopra le tue cazzate, ma loro no.

#17

















tutte le mattine l'aspetta.
tutte le mattine si sveglia,
va al bagno a fare pipì poi
accende la tv e aspetta, con ansia.
tutte. le. mattine.
catodica attesa della televendita
di coltelli dalle lame miracolose.
è l'unica cosa che lo fa eccitare.

#16

















At 17.43 29/11/04 +0100, you wrote:
Provo a smettere di fumare.
Mario non ha maì soldi,
pensa di donare un po' di sangue
per guadagnarsene un po'.

#15

















Una buia nebbia caffeina spira sulle finestre.
Alle 5,30 del mattino, un aereo mi sfreccia nella mente.
Tra le mattonelle lucide della cucina,
alla luce incerta dell’alba. Il fischio lancinante
di un romanzo-concorde che sorvola la casa proiettando
tale quale questo momento nella fantascienza.

#14
















L’habat-jour pupazzetto era tanto triste.
Da quando il suo padroncino era passato
alle scuole medie non giocava più con lui.
Certe volte non l’accendeva neanche più,
e allora lo sentiva singhiozzare sotto le coperte…
fu l’inizio della fine.

#13















Erano due anni, forse tre, che non lo vedeva.
Notò subito con piacere che il suo viso era più rilassato e aveva
perso parte della sua caratteristica ottusità, ma dopo poche
parole le fu chiaro che certe cose non le avrebbe capite mai.

#12

















Si spostavano da un ricovero all’altro
nelle ore meno fredde, senza parlare, con in testa
vaghe immagini di spiagge e barriere coralline.
L’anno era cominciato sotto il segno della scarsa
dimestichezza con il calendario.

#11

















Oggi mi sono svegliato e niente di te era qui.
Quasi non li ricordo i tuoi occhi...
erano domande i tuoi occhi?
Erano spauriti scudi, erano cani, lacrime o più sorrisi?
Quasi non ricordo la tua bocca...
uno spigolo di luna, bella, come ridere,
o una stanza di fortuna dove nascondere un amore
era la tua bocca? E i tuoi capelli...
erano pioggia di rum, buona solo per l'estate arida,
i tuoi neri capelli? …boh ma io ti manco almeno un po’?

#10
















Ke fol tire "bidè", Taniele?

#09
















Amo ogni centimetro quadrato del tuo corpo, ed è
un bel disfarsi di emozioni non esserne ricambiata.

#08

















Avevo chiesto un regalo.
Me ne promisero uno meraviglioso.
Così sul vago! Non l'avevo scordato!
Un eternita' dopo mi regalarono una sorellina. Mah!
Sinceramente avrei preferito un bel gioco!
- Si chiama Chiara - mi dissero
- Che me ne faccio - chiesi
- Ci giochi - risposero
Oggi ho giocato con Chiara! Al dottore!
Il chirurgo per la precisione! E' stato bello!

#07

















Sentiva una scossa prima ancora
di toccare la maniglia.
Lo sapeva che era solo la sua eccitazione
di poter vedere oltre la porta.

#06


















Ogni tanto succede. sogno un bambino piccolo
con un cappellino da "scrupolo".
Di solito questo bambino mi guarda
e io sono in ansia, non lo voglio vicino...
Ma questa notte, per la prima volta,
lo tenevo tra le mie braccia e gli volevo bene.
Lo tenevo tra le braccia e lo accarezzavo.
e la sua pelle era liscia come il petalo di un fiore.
e giravamo per le stanze di un museo vuoto.
Poi la sveglia si è messa a suonare
e mi sono svegliata...ma per tutto il giorno
ho girato sentendo la mancanza di mio figlio (?).

#05

















Subject: da cloaaara.
Date: Fri, 19 Mar 2004 15:37:16 +0100
caro daniel, siccome pare che tu di questa Cloaaaaara
possa leggere anche mail lunghissime, e sappia
sopportare polpettoni personali infiniti solo perché
ti riempe di lusinghe, approfitto del suo nome
per vedere se funziona, non costringermi
a dirti che sei bravo e affascinante per avere
la tua attenzione, tanto ti conosco troppo bene
per mentire tanto spudoratamente.
quindi saltiamo i convenevoli e passiamo al sodo ...

#04

















Telegrafo all’alba. Lo scaldabagno che farfuglia:
“Attento a te. Prima o poi ti prenderanno”.
Cose del genere. Cacofonie del mattino.
Verrà un giorno, spero, a trovarmi, signorina.

#03
















Avrebbe voluto che quell’attimo non finisse,
che si dilatasse nel tempo. Ancora oggi,
dopo tanti anni, quando il ricordo riaffiora,
gli viene da pensare che la vita, in fondo,
non è poi tanto male.

#02















Le parole non erano venute fuori esattamente
come le aveva pensate. Smangiucchiate, impastate...
A pensarci aveva anche sbagliato a coniugare
qualche verbo. Ma nel complesso, ne era sicuro,
il significato era emerso chiaro...
Così come chiara era stata la risposta.

#01















Se per un istante non pensa a nulla di preciso
(avviene in continuazione), immediatamente
gli tornano in mente le parole del dj ciccione
della sera prima. “Enjoy Madrid”.
Cammina da ore e intanto chiama a raccolta
le residue forze, che non basterebbero
a sostenere una conversazione nella sua lingua.